Sono passati diversi anni da una particolare domenica primaverile che ricordo benissimo, nonostante il tempo tenti di sbiadire i ricordi custoditi e conservati con cura . Avevo 16 anni , ero sdraiato sul letto con affianco il mio cane addormentato e non curante delle mie carezze . Dalla finestra della mia camera arrivava la forte luce di uno dei primi soli primaverili che inebriava la stanza di un ‘insolita atmosfera. Spinto dalla noia , decisi di alzarmi dal letto e di andare in cucina per prendere qualcosa da mangiare ma nulla faceva gola . Non potevo sprecare una così bella domenica piena di sole, girando senza scopo per casa ; allora mi vestii , presi lo zaino,lo rifornii di cose da mangiare ,di bottigliette d’acqua ,di tre biglietti da cinquanta euro che tenevo da parte e altre cose necessarie per restare qualche giorno fuori casa. Prima di uscire di casa lasciai un biglietto per mia madre nel quale c’era scritto :
Ma’ ,non ti preoccupare se questa notte non mi vedrai tornare , vado a stare da un amico a dormire , baci .
Dicendo che sarei andato da un amico , mentii ma così mia madre sarebbe stata più tranquilla .
Con la porta alle spalle l’eccitazione cresceva e la voglia di trascorrere qualche giorno fuori , quella voglia irrefrenabile venuta fuori dal nulla , mi portò fino alla stazione della mia città.
Arrivato alla stazione scelsi quale treno prendere e mi focalizzai su una città sconosciuta per la quale ci voleva circa un ‘ora e mezza di viaggio . Salii sul binario per aspettare il mio treno che sarebbe arrivato con venti minuti di ritardo , mi sedetti e incominciai a leggere ‘’ L’ultimo scritto’’ di Màrio de Sa-Carneiro . Ogni tanto spostavo lo sguardo dal libro per guardarmi attorno : il sole era ancora alto nel cielo , la stazione non era affollata ed in particolare il mio binario sul quale oltre me c’erano altre due o tre persone , non ricordo bene . L’arrivo del treno interruppe momentaneamente la mia lettura , raccolsi il mio zaino e frettolosamente ci salii , notando quanto fosse corto , con soli due vagoni.
Il viaggio in treno fu abbastanza tranquillo,il treno era quasi deserto , continuavo a leggere e ogni tanto ammiravo dal finestrino il monotono paesaggio con campi e colline illuminati dal sole che inciampava su se stesso per poi spegnersi nell’orizzonte.
Dopo circa un ‘ora e mezza dalla partenza il treno frenò in modo dolce , rallentando progressivamente fin quando le porte automatiche non si aprirono . Scesi dal treno e feci un lungo respiro per assaporare la diversa aria che incombeva su quella terra a me sconosciuta .
Il cielo azzurro , macchiato da rosee nuvole , fungeva da cornice ad una stazione desolata, immersa in un paesaggio onirico. La stazione era quasi vuota , c’era solo una ragazza , completamente vestita di nero , con la pelle e i capelli chiari che riflettevano i debolissimi raggi del sole . Lei era seduta ma mi sembrava stesse fluttuando .
-Chissà cosa ci fa qui - ...
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